L’orto del monastero.
Sull’esempio dei nostri primi Padri Cistercensi, il nostro stile di vita è caratterizzato dalla povertà e dalla semplicità, espresse anche dal lavoro manuale (lavori agricoli, allevamento del bestiame, produzione di liquori, miele) che permette al monaco di guadagnarsi il suo pane e di essere così solidale con il destino comune a tutti gli uomini. Secondo l’insegnamento della Scrittura e di Gesù di Nazareth, il lavoro è un prolungamento dell’opera del Creatore, un contributo allo sviluppo umano, “una partecipazione alla stessa opera redentrice di Cristo” (Consiglio Vaticano II).
L’uliveto del monastero (in città).
Il lavoro è per noi monaci una esigenza di verità perché vogliamo essere poveri con Cristo povero. È anche un momento di comunione fraterna perché tutti collaborano al bene comune aiutandosi vicendevolmente in un silenzio che lascia il cuore attento a Dio. La preghiera infatti fa del nostro lavoro vissuto nella fede un gesto di lode a Dio. Oltre che ad assicurare la sussistenza della Comunità, il lavoro ci permette di condividere con i più poveri quello che siamo riusciti a produrre.
Per saperne di più ti invitiamo a guardare questo documentario
realizzato dalla RAI nel 2004.